2006-03-16

Bettie Page









La storia misteriosa e segreta di Bettie Mae Page.

Bettie Mae Page nasce nell'aprile del 1923 a Kingsport, nel Tennessee. Nata con sangue Cherokee nelle vene, eccelle negli studi e si dedica dapprima all'insegnamento, poi, nel 1950 viene scoperta da un poliziotto - fotografo, che la lancia nel mondo dei locali notturni e dei "Camera Clubs", dove modelle venivano affittate a videoamatori, dilettanti o professionsiti, per realizzare sessioni di nudo. In breve tempo diventa una star di questo tipo di locali, richiestissima e ben pagata. Nel 1952, quando delle foto appaiono su riviste a tiratura nazionale, Irving Klaw la cerca per il suo 'Movie Star News', unico e famosissimo catalogo di Pin-Ups. Betty Page diventa una star. Il catalogo “speciale” di Klaw veniva tenuto sotto il bancone è riservato a clienti dai gusti particolari, per cui Klaw e la sorella Paula realizzano servizi fotografici di lingerie e bondage.Bettie accetta allegramente l’offerta di diventare una loro modella, a patto di evitare ogni proposta di pornografia, e nel 1953 nasce l’icona dell’erotismo adorata ancora oggi. Bettie Page compare legata, mentre lega, minacciosa o minacciata, nei panni della ragazza della porta accanto o in quelli leopardati di una esotica Jane della giungla – ma sempre con una luce di allegria ed entusiasmo negli occhi. Come da accordi le immagini sono intriganti ma perfettamente nell’ambito della decenza: persino le foto in topless si contano sulle dita di una mano, e riguardano quasi esclusivamente il servizio come playmate di gennaio 1955, scattate da Bunny Yaeger.E poi Bettie Page scompare.Nel 1957, all’apice del successo, Bunny e gli altri, pochi amici di Bettie sono costernati nel dover rimandare a casa a mani vuote gli agenti che finalmente cominciano a venire da Hollywood a cercare la regina delle pin-up. Nessuno sa dove sia o come rintracciarla, nemmeno per farle realizzare i suoi sogni d’infanzia. Come accade spesso in questi casi, il mistero la rende ancora più ricercata e famosa. Le sue foto in reggicalze e tacchi a spillo, fino ad allora considerate preziose reliquie da tenere sotto chiave, cominciano a essere riprodotte su pubblicazioni sempre più diffuse, ma resta un enigma. Che fine ha fatto Bettie Page?Dal 1957 in avanti, grazie anche al successo di pubblicazioni come la leggendaria Bizarre di John Willie, o “speciali” da collezione quali Bettie Page in Bondage, Bettie diventa un personaggio sempre più noto e sempre più sfruttato. La sua irreperibilità (e la disonestà degli editori) le impediscono di ricevere alcun compenso per lo sfruttamento della sua immagine, fino a che Bettie Page diventa solo un simbolo, sospeso nell’immaginario erotico di tutto il mondo.Facciamo un salto in avanti fino al 1992, quando il reporter Richard Foster pubblica sulla rivista amatoriale The Betty Pages un’intervista che contiene le prime dichiarazioni pubbliche della modella dopo 35 anni di silenzio.Foster è arrivato a contattarla con molta difficoltà, sfruttando come tramite il fumettista Dave Stevens, che dieci anni prima nel suo Rocketeer ha dato alla fidanzata del protagonista proprio le fattezze di Bettie Page. Incredibilmente, proprio la diretta interessata lo ha contattato per complimentarsi, iniziando così una amicizia inizialmente solo telefonica, che si è evoluta lentamente in un rapporto di confidenza profonda. Stevens è divenuto così una sorta di portavoce ufficiale della pin-up – un portavoce molto rispettoso della privacy dell’amica. Il contenuto dell’intervista è interessante solo per i fan più appassionati. Bettie racconta il suo stupore per la immutata fama del suo nome, rilascia commenti generici, incoraggianti e simpatici per i soci dei suoi fan club e poco altro. Sulla sua residenza rimane il più assoluto segreto, e l’unica osservazione degna di nota è: “Ogni tanto, quando per esempio vado al supermercato o arriva il ragazzo del latte, mi accorgo che qualcuno mi osserva con l’espressione di chi non riesca a ricordarsi dove mi abbia già vista. Certe volte dopo un po’ fanno il tipico sorriso che ricordo sul viso dei miei fan di un tempo, e trovo la cosa molto gradevole.”Poi continua: “Altre volte vedo una mia vecchia foto, o un’illustrazione col mio viso, usata nelle pubblicità oppure sull’adesivo sul paraurti di un’auto. Con tante belle ragazze che ci sono in giro, davvero non mi capacito di perché sia ancora tanto famosa”.Nell’intervista, svoltasi nell’arco di molti mesi soprattutto tramite uno scambio di lettere dattiloscritte, Richard Foster non nasconde il dubbio di poter essere stato ingannato. Le poche lettere vergate a mano che ha ricevuto mostrano una calligrafia effettivamente simile a quella dei rari documenti autografi di Bettie (risalenti ai tempi della scuola e del lavoro di segreteria), ma sono passati troppi anni per identificarla con certezza. Il giornalista ha anche ricevuto due brevi telefonate, ma tutto quel che può dire è: “ho sentito una voce femminile che corrisponde bene alla figura di una donna sulla sessantina ma ancora vivace, con l’accento strascicato caratteristico del Tennessee, dove è nata Bettie Page”.Ciò che lo insospettisce maggiormente, però, sono alcune piccole discrepanze nei racconti dell’ex-modella: commenti discordanti sulla sua attuale situazione familiare, sulla casa in cui abita – che viene descritta in modi differenti col procedere della conoscenza – o sulla sua vita quotidiana.Nel 1994 il lavoro per "The Betty Pages" fa vincere all’autore il Premio d’Eccellenza dell’Ordine dei Giornalisti, spronando Foster a far luce sui molti misteri che ancora circondano la modella dalla frangetta nera. Le ricerche durano tre anni, al termine dei quali esce The Real Bettie Page – The Truth About the Queen of the Pinups.Il libro, edito da Birch Lane Press, tiene fede al titolo – la verità scoperta da Foster è molto più inquietante di quanto si potesse prevedere.
In uscita circa ad aprile il film sulla vita di Bettie Page, interpretato da Liv Tyler, visita il trailer: http://www.apple.com/trailers/picturehouse/thenotoriousbettiepage/trailer_large.html

Nessun commento: